FITNESS E SPORT - BODYBUILDING E POWERLIFTING

Lo squat: breve guida all’esecuzione

di FabioP • 1 dicembre 2012 • Inserito in: Articoli

Vista l’importanza degli esercizi multiarticolari eseguiti con il bilanciere, e principalmente di squat, panca e stacco, mi sembra opportuno fornire qualche linea guida per l’esecuzione almeno corretta di questi esercizi.

Ovviamente poi ognuno cercherà di adattare l’esecuzione standard alle proprie caratteristiche fisiche, maggiore o minore mobilità, leve, etc…fermo restando che alcuni  punti sono irrinunciabili. Questo articolo prende in esame lo squat; ne seguiranno altri.

Posizione di partenza

Il bilanciere va tenuto tra la base del trapezio (subito sotto la settima vertebra cervicale) e i deltoidi posteriori, tenendo in considerazione che una posizione più “bassa” porterà a tenere la schiena più inclinata, e richiede una maggiore flessibilità delle spalle, mentre con il bilanciere più alto il busto resta più verticale.

La presa (cioè la distanza fra le mani) deve essere abbastanza stretta; in questo modo sarà più facile buttare il petto in fuori, adducendo le scapole, cioè tirandole indietro e verso il basso. Questo assetto favorisce la tenuta della schiena e la solidità generale di tutto l’assetto.

L’altezza dei supporti deve mantenere il bilanciere al livello dei capezzoli, non più alto (altrimenti avrete problemi a staccarlo). In caso di dubbio, meglio un po’ più basso che troppo alto.

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Stacco del bilanciere

Una volta posizionato e impugnato il bilanciere, prendete un respiro buttando la pancia in fuori (respirazione diaframmatica), trattenete l’aria e sollevate il bilanciere estendendo le ginocchia.

Fermi, stabilizzate il carico (a ginocchia bloccate), poi mandate un piede indietro con un passo  non troppo ampio. Con un secondo passo, portate l’altro piede al livello  del primo. I talloni vanno tenuti  ad una larghezza pari alle spalle, con le punte orientate verso l’esterno. La maggiore o minore distanza fra i talloni e l’orientamento delle punte sono fattori personalizzabili.

Fase eccentrica (discesa)

- riempire la « pancia » di aria (respirazione diaframmatica) e trattenere il fiato;

- iniziare la discesa mandando indietro il sedere ;

- spingere le ginocchia in fuori, in modo che puntino nella stessa direzione dei piedi e siano ad essi perpendicolari ;

- petto in fuori, sempre ;

Fase concentrica (risalita)

- spingere petto e ginocchia in fuori;

- mantenere la schiena rettilinea (NON verticale);

- iniziare a espirare appena superato il punto morto;

- far salire sedere e spalle allo stesso tempo;

Errori comuni

- non usare la respirazione per stabilizzare la colonna vertebrale;

- iniziare la discesa soltanto piegando le ginocchia;

- chiudere le ginocchia verso l’interno;

- alzare il sedere più rapidamente delle spalle (« schienare » lo squat)

- perdere la lordosi lombare

Ecco ora qualche video illustrativo di alcuni punti salienti

Ecco cosa succede se non si tiene il petto in fuori, sempre e comunque:

Con il petto in fuori, tutto il resto (schiena in primis) va a posto “spontaneamente” (o quasi)

Una considerazione sulla posizione di testa e collo: a volte viene consigliato di guardare in alto, per evitare che il sedere salga prima della schiena. Su questo non sarei contrario, se non fosse che spesso l’azione di guardare in alto consiste nel lanciare il mento verso il soffitto, con una forte iperestensione del collo.

Questa posizione non è per niente fisiologica, e oltretutto non aiuta a mantenere compatta la bassa schiena, o per lo meno non quanto l’insistenza sul “petto in fuori”, che invece è molto efficace per garantire la tenuta dell’assetto.

Come potete vedere dalla foto precedente, il collo è in continuità con il resto della colonna vertebrale, rilassato, e lo sguardo punta a terra, qualche metro più avanti.

Ovviamente non sto consigliando di guardarsi  i piedi mentre si squatta, ma è meglio mantenere una posizione neutra (questa è la posizione dell’Accademia Italiana della Forza, organo scientifico della Federazione Italiana PowerLifiting).

Vediamo ora una discesa sbagliata: inizia con la sola flessione delle ginocchia, senza portare il sedere indietro.

Arrivato a circa metà corsa, si giunge ad un blocco, il carico si sposta sull’avampiede, e se volessi scendere ancora dovrei flettere la schiena o sollevare i talloni.

Molto spesso questo problema viene scambiato per scarsa flessibilità o mobilità delle caviglie, e “risolto” con l’uso di un rialzo sotto i talloni o con tanto stretching per i polpacci…

Ecco ora una serie di squat filmata in un normale allenamento, con alcune cose giuste e alcuni difetti, che vi lascio il piacere di scoprire uno ad uno :-)

Adesso uno dei peggiori squat della mia vita…ma siccome è anche il mio record personale, ho la faccia tosta di farvelo vedere

Appendice

Terminata questa breve analisi dello squat, ecco esposti alcuni approfondimenti, sotto forma di domanda e risposta. Ovviamente, se avete domande alle quali non trovate risposta, potete porle nei commenti, e io provero’ a rispondere.

 - Quanto si « deve » scendere?

Il massimo consentito dalla mobilità articolare individuale; risalire appena si inizia a perdere la lordosi lombare. Indispensabile è arrivare ALMENO con il femore parallelo al suolo, l’ideale è scendere un pelino sotto. All’inizio è normale avere difficoltà a raggiungere questa profondità, per cui è importante lavorare su flessibilità e mobilità.

- Perché bisogna scendere almeno al parallelo?

Per attivare la muscolatura posteriore degli arti inferiori, cioè glutei e femorali. L’attivazione di questi gruppi muscolari permette una maggiore sicurezza articolare: i femorali si contraggono e compensano l’azione dei quadricipiti, in modo da limitare le forze di taglio sul ginocchio. Puo’ sembrare strano, ma fermarsi prima del parallelo è potenzialmente più rischioso per le ginocchia rispetto ad un’accosciata più profonda.

- Perché fare squat? Non bastano leg press, leg curl e leg extension?

Partiamo dal principio che il corpo non è fatto per lavorare a compartimenti stagni: nei movimenti di ogni giorno, una contrazione dei bicipiti femorali è raramente isolata, di solito avviene in concomitanza all’uso di altri muscoli, sia antagonisti (i quadricipiti) che sinergici (glutei). Lo squat è un movimento di estensione coordinata di ben tre articolazioni (caviglia, ginocchio e anca), in un gesto naturale.

Pensiamo a tutti i movimenti degli arti inferiori (camminare, correre, saltare…), cos’hanno in comune? L’utilizzo globale della muscolatura e il coinvolgimento delle tre articolazioni di cui sopra.

Leg extension e leg curl hanno il loro posto in un allenamento completo, certo, ma per il loro carattere di esercizi di isolamento, non possono costituire la base di una allenamento per le gambe (se non a fini riabilitativi o in presenza di condizioni della colonna vertebrale che sconsigliano lo squat).

La leg press merita un discorso a parte. Anch’essa coinvolge le tre articolazioni in un gesto naturale, e questo aspetto la rende più completa rispetto a leg curl e leg extension, ma manca un elemento importantissimo, la stabilizzazione della colonna vertebrale sotto carico.

In uno squat, il carico si trova sulla spalle, e i muscoli del tronco, che formano il cosiddetto core, devono tenere salda la colonna vertebrale mentre gli arti inferiori compiono un movimento abbastanza complesso.

Allenando questa funzione in condizioni ottimali (sotto la guida di istruttori esperti, con un carico gestibile, facendo bene attenzione all’esecuzione corretta), potremo poi trasferirla nelle attività di ogni giorno (sollevamento e trasporto di oggetti pesanti, ma nache semplicemente stare in piedi o seduti), con grande beneficio per la postura e la funzionalità della schiena.

- Quanto devo sollevare per ottenere benefici?

Il carico è un parametro molto importante nell’esecuzione di un esercizio, perché ne determina la maggiore o minore difficoltà. Visto che lo squat è un movimento complesso, non è il caso di utilizzare carichi che rendano la tecnica di esecuzione incerta o incorretta. E’ molto meglio fare qualche serie in più, fermandosi non appena il movimento non è più fluido, con un carico modesto, che caricare troppo e fare le ripetizioni male o continuare a macinare ripetizioni anche dopo che la stanchezza ha deteriorato la tecnica.

- Cintura: come, quando e perché usarla?

Abbiamo accennato alla respirazione « di pancia », detta anche respirazione diaframmatica o (meglio) manovra di Valsava. Con questa pratica si aumenta la pressione intra-addominale, e la si sfrutta per « bloccare » in sede la colonna vertebrale ed evitare di perdere la lordosi lombare.

La cintura è utile perché permette di esercitare una pressione maggiore: dopo aver preso un respiro diaframmatico, si spingono gli addominali contro la cintura, opportunamente regolata, e immediatamente si percepisce una sensazione di maggiore stabilità della colonna vetebrale.

Ovviamente, la cintura da sola non garantisce in maniera assoluta contro imprudenze (come ad esempio utilizzare un carico nettamente al di sopra delle proprie capacità) o errori di esecuzione (ad esempio, flettere il tratto lombare perdendo la lordosi), ma – se saputa usare – è utile per due motivi:

  1. aiuta a prendere coscienza dell’azione del core durante lo squat;

  2. migliora il trasferimento di energia dalle gambe alle spalle;

Il primo motivo, ovviamente, è più interessante per un atleta novizio, mentre il secondo interessa chi ha già una solida esperienza.

Ultima osservazione: siccome la cintura è un « muro » contro il quale spingere con gli addominali, il tipo migliore è quella da powerlifting, ad altezza uniforme (uguale sia davanti che dietro).

In caso quelle non fossero disponibili, si possono usare quelle da bodybuilding, avendo l’accortezza di indossarla al contrario, cioè con la parte più alta davanti e la fibbia dietro (provare per credere…).

- Quali scarpe usare per fare squat?

Molti, tra cui io  almeno fino a fine ottobre 2012, usano delle scarpe piatte, con una suola compatta. Un modello celebre :

Segnalo pero’ che tante altre persone (la stragrande maggioranza in ambito powerlifting) usano le scarpe da sollevamento pesi, che hanno un tacco rigido.  Il rialzo dovrebbe rendere più facile scendere sotto al parallelo. Ecco un esempio:

Qualunque sia la vostra scelta, evitate le scarpe con tallone ammortizzato, con bolle d’aria o gel, perché sono molto instabili sotto carico:

Conclusioni

Non tratto del multipower (o Smith Machine o squat guidato) semplicemente perché non è uno squat, è un altro esercizio, abbondantemente analizzato in questo articolo , da una persona molto competente.

Commenti

Come sempre ottimo articolo :)

Grazie della dedica :)

Articolo che, come si suol dire, “cade a fagiuolo”! :) Domani infatti comincerò a introdurre i tre big nell’allenamento e queste indicazioni mi sono molto utili!!

Grazie Fabio! ;)

fabio ho letto come da te suggerito sul forum, sto provando e riprovando ma il bacino mi ruota lo stesso, ti lascerò un video nel foro :)

Ciao Fabio,

ieri sera sono andato in palestra ed ho iniziato a fare come sempre lo SQUAT scendendo quando piu potevo…praticamente scendevo col sedere a 10/15 cm da terra…alchè una persona ( credo sia un nuovo istruttore non so) mi ha detto che scendere fin dove scendevo io è pericoloso per i legamenti del ginocchio e che continuando cosi in futuro potevo avere seri problemi…insomma mi ha messo un po di ansia:

La domanda è :
1) vero quello che dice???

2)qual’è il massimo “della discesa” quando faccio squat??…i legamenti possono risentirne se scendo tanto??..scusami ma quello mi ha messo un po di ansia:)

3) se non si scende “ALMENO con il femore parallelo al suolo” ma un pelino sopra…quali muscoli vengono attivati???

grazie

1 e 2) un fondo di verità c’è. Se scendi al punto da “schiacciare” i femorali contro i polpacci, sentirai una tensione particolare “dentro” le ginocchia, perché tiri sui legamtni crociati, e in teoria c’è il rischio di stiracchiarli. Preciso due punti:

- non rischi molto perché si tratta di movimenti a bassa velocità…molto più sostenibili di quelli ad alta velocità (es. assorbire un salto, sciare, etc…);

- come ogni cosa, anche i legamenti si irrobustiscono, per cui se hai sempre fatto squat in questo modo, e procedi con cautela con i carichi, anche i legamenti si irrobustiranno;

Sinceramente, pero’, ti consiglio di arrivare sotto il parallelo ma di evitare la compressione di femorali e polpacci.

3) Gli stessi di uno squat sotto al parallelo, tranne femorali e glutei;

Ciao Fabio… Grazie al tuo Bill starr ho l’occasione di provare lo squat per tre volte a settimana così da perfezionare l’esecuzione…
Ho notato però una cosa… Al momento dell’avvicinarmi al parallelo, il bacino va in retroversione e la zona della bassa schiena si “appiattisce”… Più vado giù e più questo movimento si accentua… Cosa fare?

Bellissimo articolo e complimenti per l’ottimo sito. Io squatto con il bilanciere basso sui deltoidi ma mi ritrovo sempre con i gomiti all’indietro come nella foto dell’esecuzione con il petto non sparato in fuori. Ogni volta che carico mi trovo con la schiena inclinata in avanti e tendo a schienare. Allo stesso tempo con il bilanciere più alto sui trapezi mi sento la schiena meno compatta. Cosa mi consigliate di fare per il mio problema?

Se vuoi mantenere il bilanciere basso, devi lavorare sulla mobilità delle spalle (stretching del petto, dei deltoidi anteriori e del gran dorsale), in modo da riuscire ad “aprirti” molto di più con il petto e a ruotare i gomiti verso il basso. Comunque è normale che in questa posizione la schiena sia più inclinata rispetto al suolo, in che pero’ non giustifica uno squat schienato (ricordo per “schienare” lo squat significa che il sedere sale più rapidamente delle spalle).

Se invece vuoi passare al bilanciere un po’ più alto (sui trapezi), ti consiglio di stringere ulteriormente la presa e di addurre violentemente le scapole: in questo modo guadagnerai in compattezza generale. Considera anche che in questa posizione la schiena più verticale compensa per l’allungamento della leva (rispetto al bilanciere basso), per cui la sensazione di maggiore instabilità non è pienamente giustificata (per tre quarti è solo una sensazione).

Devi solo esercitarti molto: se tieni il petto sempre spinto in fuori e mandi le ginocchia verso l’esterno mentre scendi (e più scendi più accentui questi due elementi), dovresti riuscire a “tenere” la schiena. Ma – riepto – ci vuole molto esercizio, almeno all’inizio.

Purtroppo nella mia palestra abbiamo.solo il Mp e non il power rack per cui lo suqt non saprei come farlo(piu che altro a mettere il bilanciere con i pesi sulle spalle). i benefici dunque tra i due sono simili?? Oppure no, come purtroppo mi pare di capire

Ciao, Emma! Il multypower obbliga ad una traiettoria perfettamente rettilinea del bilanciere, che “in natura” non corrisponde a quella fisiologica (che assomiglia più ad un’ellisse molto schiacciata, con l’asse lungo in verticale).

E’ vero che si puo’ comunque usare il multy, avendo cura di posizionare i piedi esattamente sotto il bilanciere, e pensando a portare il sedere indietro, ma in tutta sincerità, a quel punto è meglio fare la leg press ;-) !

Peccato però. Farò entrambe le cose. É che frequentando una piccola palestra non ci sono alcune cose. Comunque i benefici ai glutei ci sono comunque??
Grazie per la risposta. :)

Se non avessi la possibilità di faresquat libero, personalmente farei leg press e stacchi da terra o stacchi rumeni (visto soprattutto che ti interessa lo sviluppo del gluteo) e hip thrust. Tanto per capirci:

- stacco da terra: http://www.youtube.com/watch?v=4dFndEjUpIw

- stacchi rumeni: http://www.youtube.com/watch?v=7jvM0ndtKXo

- hip thrust: http://www.youtube.com/watch?v=I6uODxAJXW8

Ok allora li inserirò nel mio programma in aggiunta agli altri esercizi.
Oppure eventualmente li lascio alla domenica giorno.in cui mi dedico ai glutei :)

Un gran bel articolo!

Salve,
io avrei il problema della perdita della lordosi lombare quando arrivo al punto del parallelo (anche un po’ prima).
C’è la possibilità di risolvere questo problema magari con un po’ di stretching per la zona lombare? grazie mille

No, lo stretching non serve a niente; devi provare e riprovare il movimento, forzandoti a spingere il sedere indietro e a tenere il petto alto.
Di solito non appena si inizia a perdere la lordosi, il petto si “chiude”; se ti forzi a tenerlo ben aperto, riuscirai a tenere meglio la lordosi.

Grazie per il consiglio. In questi giorni ci sto provando e devo dire che comincio a vedere miglioramenti significativi. Mi chiedevo però leggendo l’articolo, fino a che punto fosse personalizzabile la posizione dei piedi perchè per adesso mi viene di tenerli abbastanza larghi.

I piedi vanno tenuti larghi, ma nei limiti della mobilità dell’anca: più sono distanti, infatti, più è difficile raggiungere la profondità richiesta.

Ciao , sono PelleOssa del forum , non avevo capito al vola che fossi tu stesso il proprietario del blog , comunque grazie per l’aiuto e il lavoro che fai .

P.S. non c’entra nulla ma la canzone nel primo video è jay electronica-exhibit c :D

Se io mi trovassi bene a dirigere lo sguardo verso il basso, ferme restando le altre direttive per uno squat efficace, sarebbe necessariamente un errore? Perchè dappertutto, sul web, viene segnalato come grave errore anche da grandi tecnici. Ho provato a guardare leggermente in alto oppure in avanti ma, ironia della sorte, tendo a fare un mini goodmorning: La tua opinione, per favore.
Ps. Nello stacco mi succede la stessa cosa e ho le stesse sensazioni. Grazie se mi vorrai rispondere!

Ciao, Alex.

Credo che le diatribe sullo sguardo nascano da una semplificazione grossolana, per cui si identifica “guardare in alto” con “estendere il collo” e “guardare in basso” con “flettere il collo”.

Per come la vedo io, puoi guardare anche il soffitto o la punta delle scarpe, basta che il collo sia il naturale prolungamento della colonna vertebrale, senza flessioni o estensioni eccessive.

In realtà c’è un riflesso neurale per il quale se guardi in basso rinforzi gli estensori e se guardi in alto i flessori (parlo dell’anca), ma mi sembra secondario rispetto al corretto allineamento del collo, che invece ti evita tensioni in zona cervicale.

grazie molte di avermi risposto!

ciao Fabio, durante l’accosciata del mio squat il ginocchio destro tende leggermente verso l’interno facendo sollevare anche un po la parte esterna del piede volevo sapere se possso correggere questo errore oppure e’ genetica?

Ciao Enrico! No, nessuna questione genetica, tranquillo ;) ! Devi solo usare un po’ meno peso e concentrarti moltissimo a spingere attivamente in fuori il ginocchio.

Nel peggiore dei casi, potresti avere il piriforme leggermente accorciato, per cui potresti provare con un po’ di stretching mirato.

ciao Fabio grazie per la risposta immediata ed esaudiente,volevo chiederti cos intendi per stretching mirato,potresti indicarmene qualcuno? grazie!

Basta cercare su youtube, stretching del piriforme (o piriformis stretching, in inglese) e troverai tantissimi esercizi.

ciao ho letto l’articolo sopra riguardante l’esecuzione dello ed’e’ molto tecnico e interessante secondo me lo squat e’ vero che come sopra indicato e’ meno deleterio ma e’ anche vero che per schiena e aricolazioni delle ginocchia non e’ per niente un toccasana e anzi con il passare del tempo tira fuori il conto alle suddette articolazioni e in certi(molti)casi anche se eseguito correttamente il conto da pagare con il tempo e’ alto specialmente hai giorni nostri dove sempre piu’ persone soffrono di scoliosi,lordosi,cifosi ecc.ecc.(la mia e’ solo un opinione personale non mirata a criminalizzare lo squat)

Gianluca, capisco il tuo discorso, io ho provato a convincere tante persone a smettere di fare squat, perché da vecchi avranno problemi…ma non mi hanno ascoltato, e si sono ridotti in queste condizioni:

- http://www.youtube.com/watch?v=hnrWGuJO7b8 (lui non ha neanche 60 anni e guarda com’è messo, poverino…);

- http://www.youtube.com/watch?v=ztqQ6v6RNtM

PS: entrambi, nonostante le miserevoli condizioni in cui versano, perseverano nelle loro cattive abitudini :D !

Ok, scherzi a parte: io ho 38 (quasi 39) anni, mi alleno da un po’ e non ho NESSUN problema alle ginocchia. Mio papà, che non ha toccato un peso in vita sua, ha dovuto farsi togliere i menischi.

Faccio stacchi da terra praticamente ogni giorno, e incontro persone che non si sono mai allenate e che hanno ernie al disco invalidanti.

Non si può fare un discorso come il tuo…perché è la VITA che ti presenta il conto, prima o poi…avrai le ginocchia in salute a 70 anni? Forse sì, forse no.
Se saranno in cattive condizioni, sarà stata colpa dello squat? Forse sì, forse no.
Ci sono cose che puoi fare per mantenerle in buone condizioni?
Sì: allenandoti con buon senso e nei limiti delle tue capacità, curando bene l’esecuzione degli esercizi, e scegliendo di fare solo quelli biomeccanicamente sensati (quindi evitando lento dietro la nuca, alzate laterali a omero intrarotato, panca portata al collo, etc…).

In conclusione: lo squat, per un ginocchio e una schiena sana, fatto con tecnica corretta e con carichi gestibili è un toccasana, nel senso che aiuta a mantenere sane le articolazioni.

Ciao Fabio sono MarcoM93 di BodyBuilding.it :)
Volevo chiederti (e forse è utile anche per gli altri farlo qui) se fare squat e stacchi senza scarpe a livello biomeccanico è controproducente. Da quando ho provato …mi sono innamorato mi sento piu’ stabile e i carichi vengono su da soli.
Scendere sotto il parallelo mi sembra piu’ naturale e non c’è rischio di schienare.
A livello di grip mi sento stabile i piedi sono piantati a terra. Voglio sapere che ne pensi. Buona serata :)

ciao fabio sono gianluca ti rispondo in base alla tua risposta che nei filmati mi ha fatto sorridere e mi ha fatto rimanere ancora piu’ scettico,tu affermi praticamente di avere ragione e io torto.punto.quando fai lo squat per quanto sia parfetta l’esecuzione c’e’ uno slittamento dell’osso triangolare del bacino che ti va a compromettere la curvatura del rachide e tu sai cosa succede quando la curvatura del rachide e’ compromessa anche di un grado?tu affermi che lo squat e’ un toccasana per schiena e legamenti delle ginocchia,e allora perche’ a livello di agonismo lotta,rugby,football ecc ecc. lo squat lo hanno tolto?perche’ gli ortopedici se lo squat fa cosi’ bene come dici nella riabilitazione lo tolgono?sei sicuro di quello che stai dicendo?e sopratutto saresti disposto a prenderti delle responsabilita’ a riguardo?la mia e’ solo una domanda alla tua risposta non mirata a offendere dato che anche io ho 46 anni e sono nell’ambiente sportivo da un po’ di anni e la tua risposta mi ha incuriosito spiegami perche’ fa bene lo squat(per un mio migliore acculturamento)

Ciao Gianluca,

le articolazioni vanno viste come un insieme di elementi in evoluzione: ossa, superfici di contatto (cartilagini), legamenti, tendini, muscoli, etc…il processo di adattamento strutturale in risposta ad uno stimolo esterno (in questo caso lo squat) non viene subito passivamente da tutti questi elementi: non solo i muscoli si rinforzano, ma anche il tessuto connettivo e quello osseo (se il carico è sufficiente, gli osteociti ricevono un segnale che li fa attivare…è risaputo che i sollevatori hanno una densità ossea maggiore rispetto ad altri sportivi).

Sebbene siano meno irrorati rispetto ai muscoli, anche tendini e legamenti si rinforzano….forse NON lo fanno i menischi…non ho fatto ricerche in tal senso, in effetti.

Sulla colonna: anche i dischi intervertebrali sono fatti di tessuto connettivo…e sai cosa succede quando vengono condizionati a sopportare determinate pressioni? Prova a immaginarlo..non è difficile: si irrobustiscono.

Un altro elemento utile dello squat è che ti insegna a usare (e sviluppare) la mobilità di anca e caviglia e a mantenere l’assetto quanto più neutro della colonna.

Sul ginocchio: la dinamica dello squat, qualora si scenda “sotto il parallelo”, attiva un’azione sinergica di quadricipiti e femorali, per cui le forze di taglio sul LCP (generate dal quadricipite) vengono neutralizzate dalla trazione dei femorali sulla tibia (cosa che non avverrebbe, ad esempio su una leg press o una leg extension), e parallelamente quelle sul LCA, generate dalla contrazione del femorale, vengono annullate dal quadricipite.

Se vuoi approfondire l’analisi biomeccanica, ti consiglio vivamente di cercare gli articoli “DCSS” sullo squat, sul sito http://www.smartlifting.org, oppure comprare direttamente il libro “DCSS Power Mechanics for Power Lifters”, sempre a cura dell’ottimo Paolo Evangelista.

Sulla preparazione sportiva ad alti livelli, posto che ogni società sportiva o squadra nazionale fa (quasi) storia a se, non è difficile con 5 minuti di ricerca su youtube, reperire una serie di video che smentiscono l’abbandono dello squat nella preparazione:

- un discobolo: https://www.youtube.com/watch?v=DsxR8ayciHE

- un velocista: https://www.youtube.com/watch?v=BHU8_CiaWhU

- NFL: https://www.youtube.com/watch?v=xnuSsvDD6P8

- rugby: https://www.youtube.com/watch?v=A-u-3oyblwY

Non mi sembra il caso di continuare.

Per quanto riguarda la riabilitazione, non essendo io un esperto in questo campo, ti consiglio vivamente di cercare un confronto con Antonio Gardelli, ex lanciatore di livello nazionale, fisioterapista nonché reduce da vari infortuni alle ginocchia…ha un punto di vista molto interessante sullo squat ;) !

Marco: le sensazioni contano poco, ti consiglio di filmarti durante le esecuzioni, e di provare sia con una scarpa piatta che scalzo o con un piccolo rialzo (2-3cm al massimo) sotto i talloni, in modo da constatare visivamente qual’è la condizione che OGGETTIVAMENTE rende più fluido e compatto il tuo squat.

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